Cliente: Privato
Anno: 2025
Materiali: Legno
Dimensioni: Standard, varie
Categoria progetto: Product Design Arredamento
Nome Progetto: VIRA
Design Team: Vincenzo Di Bari (Progettista)
MENZIONI / RICONOSCIMENTI
Il nome VIRA nasce da un gesto, non da una parola.
Durante la fase di progettazione, questo prototipo–concept sperimentale è stato disegnato partendo da una linea retta che, a un certo punto, vira: cambia direzione con una curva fluida che diventa schienale, seduta e base in un unico movimento. Quella “virata” è l’anima della sedia, il segno distintivo che ne definisce carattere e funzione.
- V come Verticalità delle lamelle che sostengono e alleggeriscono.
- I l’energia iniziale che mette in moto la forma e guida il passaggio dalla rigidità alla fluidità.
- R come Ritmo, la cadenza visiva e armonica creata dalla sequenza delle lamelle e dal fluire della curva.
- A come Armonia, l’equilibrio tra proporzioni, materiali e funzione.
Insieme, VIRA racconta il passaggio dalla rigidità della linea alla morbidezza della curva.
Questo progetto è un esperimento di design: una sedia economica e moderna, pensata per essere ecologica e facilmente realizzabile con tecnologia CNC, riducendo sprechi e tempi di lavorazione. La scelta dei materiali e delle tecniche produttive non è casuale: ogni elemento è studiato per ottimizzare il taglio, minimizzare gli scarti e garantire un montaggio semplice, rendendo il prodotto accessibile senza rinunciare alla qualità estetica.
VIRA è anche un esercizio di ricerca formale: abbandona lo schema tradizionale di pezzi orizzontali e verticali per abbracciare una struttura continua, ritmica e aperta alla luce. È un invito a ripensare il concetto stesso di sedia, trasformandolo in un oggetto che unisce funzionalità, sostenibilità e poesia del gesto.
Sedersi su VIRA significa percepire quella virata: un cambio di rotta che non è solo formale, ma anche concettuale. È un invito a guardare le cose da un’altra prospettiva, a cambiare direzione senza perdere equilibrio, a scoprire che la stabilità può nascere dal movimento e che la bellezza può essere il frutto di un’idea semplice, ma radicale.
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